Oct 26, 2020

Soffri di Iperlordosi Lombare?

L’iperlordosi è una condizione molto diffusa che suscita preoccupazione in molte persone. La marcata curvatura della parte bassa della schiena, quando supera i limiti considerati fisiologici, genera spesso timori legati a possibili dolori cronici o all’insorgenza di patologie correlate alla colonna vertebrale.

Cosa significa iperlordosi lombare?

È importante, prima di tutto, fare chiarezza: l’iperlordosi non è una patologia, anche se spesso viene percepita come tale. Non è raro sentire affermazioni come “ho l’iperlordosi” o “non posso fare certi esercizi perché ho l’iperlordosi”, pronunciate con un senso di rassegnazione, quasi fosse una malattia da cui guarire. In realtà, si tratta di una condizione posturale, che solo in alcuni casi può causare fastidi o contribuire a squilibri funzionali, ma che nella maggior parte delle situazioni può essere gestita e migliorata con il giusto approccio.

L’iperlordosi è invece una semplice modificazione della fisiologica lordosi lombare che, come dice il prefisso stesso iper-, è più accentuata del normale (la famosa schiena inarcata). Questa alterazione è accompagnata da conseguenze estetiche e, talvolta, anche funzionali che possono sfociare nei casi peggiori in dolore.

Confronto tra due colonne vertebrali in sezione laterale: a sinistra una curvatura lombare normale, a destra una colonna con iperlordosi lombare accentuata

L’iperlordosi lombare acquisita nel tempo a causa di una postura errata e prolungata può, da un lato, conferire un profilo corporeo più armonioso, ma dall’altro predisporre all’insorgenza di sindromi da sovraccarico, che nel lungo periodo possono generare dolore e disfunzioni.

Un’eccessiva estensione del rachide lombare può infatti sottoporre le faccette articolari vertebrali a uno stress meccanico costante, favorendo condizioni dolorose. Nei soggetti più anziani, in cui possono essere già presenti alterazioni degenerative dei dischi intervertebrali, come protrusioni o ernie, questa situazione può contribuire a una riduzione dello spazio di scorrimento delle radici nervose, aumentando il rischio di compressioni e irritazioni.

A tutto ciò si può aggiungere la presenza di contratture muscolari persistenti nella zona lombare, che amplificano ulteriormente il quadro doloroso, sia in forma acuta che cronica.

Come si sviluppa?

Per comprendere l’origine dell’iperlordosi lombare, è fondamentale sapere che la curvatura naturale della zona lombare è strettamente influenzata dalla posizione del bacino e, a sua volta, dall’equilibrio dei muscoli che vi si inseriscono.

Possiamo semplificare così:

  • Un bacino in antiversione (ruotato in avanti) tende ad aumentare la lordosi lombare;

  • Un bacino in retroversione (ruotato all’indietro) tende a ridurla.

Immaginando i muscoli che si inseriscono sul bacino come dei tiranti, è facile intuire come un disequilibrio tra le varie catene muscolari possa modificare la postura nel tempo. Se, ad esempio, la muscolatura addominale è debole e i flessori dell’anca risultano rigidi o accorciati, il bacino perde il suo corretto allineamento e viene trascinato in antiversione. Questo spostamento in avanti inclina la colonna lombare in estensione, accentuando la curva lordotica.

Nel lungo periodo, questa condizione può diventare una postura abituale e stabilizzata, predisponendo a sovraccarichi e potenziali dolori alla zona lombare.

Il disequilibrio classico di un soggetto in iperlordosi è contraddistinto da:

  • muscoli addominali deboli e lunghi e muscoli ileo-psoas forti e corti
  • estensori della colonna dominanti rispetto agli estensori dell’anca.
Illustrazione anatomica laterale del corpo umano che evidenzia l'articolazione dell'anca e i muscoli ileo-psoas in rosso, con vista parziale del bacino e della colonna vertebrale

Il ridotto controllo degli addominali, in particolare, può essere responsabile di continue dannose antiversioni del bacino e quindi estensioni del rachide lombare durante attività anche semplici di vita quotidiana come camminare.

Cosa fare per ridurre l’iperlordosi lombare?

La valutazione fisioterapica rappresenta il punto di partenza imprescindibile per affrontare correttamente una condizione di iperlordosi lombare. Questo momento iniziale è fondamentale per diversi motivi:

  • Analisi della storia clinica e dei sintomi: il fisioterapista raccoglie informazioni dettagliate sul vissuto del paziente, valuta i sintomi presenti e analizza l’equilibrio muscolare globale. Sulla base di questi elementi, elabora un piano di trattamento personalizzato, evitando protocolli standardizzati che spesso risultano inefficaci o addirittura controproducenti.

  • Valutazione della mobilità intervertebrale: è essenziale esaminare l’escursione della colonna lombare nei movimenti di flessione ed estensione, per identificare eventuali rigidità articolari e intervenire con specifiche mobilizzazioni settoriali.

  • Esame dell’equilibrio muscolare: attraverso semplici test eseguiti sul lettino, si verifica la lunghezza e la funzionalità dei muscoli addominali e dei flessori dell’anca, due gruppi muscolari chiave nel mantenimento della postura corretta del bacino e della colonna.

  • Educazione al movimento e prevenzione: parte integrante della valutazione è anche aiutare la persona a riconoscere e ridurre le attività a rischio che possono sovraccaricare la zona lombare, favorendo l’iperlordosi. Al tempo stesso, si lavora sul miglioramento degli schemi motori alterati, per evitare l’inarcamento eccessivo della schiena durante i movimenti quotidiani.

Una volta chiarito il quadro clinico della persona, viene creato un percorso ad hoc individualizzato composto da trattamenti manualiesercizi specifici ed educazione posturale:

  • Mobilizzazione manuali delle parti vertebrali lombari rigidi in flessione.
  • Rinforzo addominale in progressione, con enfasi sul controllo del bacino e sul reclutamento del muscolo trasverso dell’addome anche durante movimenti di vita quotidiana.
Donna distesa su un tappeto in posizione supina, esegue un esercizio per gli addominali con le gambe sollevate e le mani dietro la nuca, all’interno di un ambiente domestico
  • Esercizi di allungamento dei muscoli flessori dell’anca riscontrati eccessivamente corti e dominanti durante i test (stretching ileo psoas, tensore della fascia lata, retto del femore);
  • Stretching dei muscoli erettori spinali.
  • Insegnamento delle corrette posture quotidiane e della corretta esecuzione dei movimenti più a rischio a casa e degli esercizi più a rischio in palestra. Consigli utili per diminuire lo stress lombare durante il lavoro.