
Lesione del legamento crociato anteriore
La lesione del legamento crociato anteriore al giorno d’oggi rappresenta uno degli infortuni più frequenti nella popolazione sportiva, in particolare negli sport più praticati come calcio, basket e pallavolo. Si calcola che solo negli Stati Uniti vengano eseguite di media circa 175000 operazioni di ricostruzione legamentosa all’anno.
“Quando potrò tornare a giocare?” ”Mi rifarò male di nuovo al ginocchio?”
- Il 7% degli operati ha una lesione recidiva (allo stesso ginocchio), mentre l’8% incorre in una lesione dell’altro ginocchio. Basta pensare ai recenti casi Milik e Pepito Rossi!
- Il tempo medio di ritorno alla pratica sportiva varia dai 6 ai 10 mesi. Non facciamo riferimento ai recuperi lampo dei calciatori di seria A, esiste tutto un mondo sommerso che non fa notizia che impiega più tempo. Non esistono solo Perin o Insigne!!
- Dulcis in fundo! Solo l’83% dei professionisti torna ai livelli di performance precedenti la lesione. Per non parlare degli amatori che si fermano al 60%.
Ultimamente sta prendendo sempre più piede negli studi scientifici una pratica che sembra possa migliorare ancora questi numeri infausti. Non si tratta di un nuovo macchinario risolutore, ne’ di una nuova metodica di riabilitazione.
Si tratta semplicemente di pre-riabilitazione!
CHE COSA SI INTENDE CON PRE-RIABILITAZIONE E COME FUNZIONA?
La definizione di pre-riabilitazione secondo riviste internazionali è: “il processo di miglioramento delle capacità funzionali dell’individuo per consentire loro di resistere allo stress dell’inattività”.
Questa definizione più o meno complicata può essere tradotta in “fare una preparazione fisica in vista di un periodo di immobilità e ridotta attività dovuta a un intervento chirurgico”. Ovvero arrivare più preparati al momento della sala operatoria.
Al giorno d’oggi essere pronti alla sala operatoria secondo i chirurghi ortopedici vuol dire riuscire ad ottenere un ginocchio con:
- piena articolarità ristabilita
- buona attivazione del quadricipite
- assenza o minima presenza di gonfiore o dolore.
Il fisioterapista, in accordo con il medico, può riuscire a raggiungere questi semplici target grazie all’ausilio di terapie fisiche strumentali (tecar, laser, eletrostimolatore), ma soprattutto con una pianificazione di un programma fisico graduale personalizzato per il singolo atleta.
Questo programma spazia dai semplici esercizi di rinforzo muscolare progressivo all’allenamento neuromuscolare (es. esercizi o giochi di equilibrio statico e dinamico). L’obiettivo è di arrivare il più vicini possibile al 90% delle capacità fisiche dell’arto non leso.
I RISULTATI SCIENTIFICI DEL PROGRAMMA INTENSIVO DI PRE-RIABILITAZIONE
Studi scientifici recenti hanno appurato che chi esegue un programma intensivo di pre-riabilitazione variabile fra le 4 e le 6 settimane prima dell’intervento, dove per intensivo si intende di almeno 3 sedute a settimana, migliora i risultati post-intervento a medio e lungo termine rispetto a chi non lo svolge.
A 12 settimane dall’operazione (3 mesi circa) le capacità di performare un salto in lungo su una gamba sola (single leg hop) sono più grandi del 27%.
A 24 settimane (6 mesi ca) le capacità fisiche come corsa (Vmax nello scatto sui 40 mt), forza dei flessori di ginocchio e single leg hop sono superiori del 24%.
A 2 anni il paragone fra i punteggi medi di una scala di autovalutazione della funzionalità del ginocchio nello sportivo (KOOS Sports) è di 67,6 Vs 85,9.
Il time to RTS, tempo impiegato per tornare a performare ai livelli pre-infortunio, nei pazienti che hanno svolto la preabilitazione è di 34,18 settimane (8 mesi ca) Vs il 42,5 (10 mesi ca).
Questi sono solo alcuni fra i tanti dati che abbiamo a disposizione per promuovere la pre-riabilitazione all’interno dei protocolli riabilitativi nelle ricostruzioni legamentose del crociato anteriore.