L’impiego del movimento in acqua a scopo terapeutico affonda le sue radici nell’antichità, ma è soprattutto negli ultimi anni che l’idrochinesiterapia ( o idrokinesiterapia) ha conquistato un ruolo centrale nei percorsi di riabilitazione ortopedica e neurologica. Grazie ai suoi effetti benefici e alla capacità di ridurre il carico sulle articolazioni, questa pratica sta riscuotendo un consenso sempre più ampio sia tra gli specialisti della riabilitazione sia tra i pazienti, che ne apprezzano l’efficacia e la gradevolezza.
Caratteristiche dell’ambiente acquatico
L’ambiente acquatico rappresenta un contesto ideale per il recupero motorio: i movimenti risultano più semplici da eseguire, grazie alla resistenza graduale dell’acqua, distribuita in modo uniforme su tutta la superficie corporea coinvolta. Questa resistenza, proporzionale alla velocità del movimento, si adatta perfettamente alle capacità individuali di ogni paziente, rendendo l’esercizio sicuro ed efficace.
Le proposte rieducative in acqua si basano principalmente su quattro proprietà fisiche fondamentali:
1. La spinta idrostatica di galleggiamento
Secondo il principio di Archimede, un corpo immerso in acqua riceve una spinta verticale dal basso verso l’alto pari al peso del liquido spostato. Questo effetto riduce il peso percepito dal corpo: fino al 50% se immersi fino all’ombelico e fino al 90% se l’acqua arriva al livello del collo.
Questo alleggerimento consente di iniziare precocemente il recupero motorio, riducendo il carico sulle articolazioni e migliorando la nutrizione dei tessuti cartilaginei. È particolarmente utile in presenza di fratture o muscoli deficitari, poiché permette una mobilizzazione in scarico senza dolore.
2. La pressione idrostatica
La pressione esercitata dall’acqua aumenta con la profondità e agisce uniformemente su tutto il corpo. Questo stimolo migliora equilibrio, propriocezione e circolazione venosa, favorendo il riassorbimento di edemi e gonfiori.
Inoltre, ha un effetto benefico sulla funzione cardiovascolare e respiratoria: genera una lieve vasocostrizione negli arti, stimola la circolazione di ritorno e agisce sull’espansione toracica. Il risultato è una piacevole sensazione di leggerezza, come se si fosse privi di gravità.
3. La viscosità
L’acqua, essendo più densa dell’aria, oppone una resistenza naturale al movimento. Questa proprietà consente di lavorare sul rafforzamento muscolare anche senza l’uso di pesi o sovraccarichi. Più il movimento è veloce, maggiore sarà la resistenza: raddoppiando la velocità, la resistenza può aumentare fino a quattro volte.
L’uso di accessori come pinne o tavolette può intensificare ulteriormente l’effetto allenante, aumentando la superficie immersa. Anche il tipo di flusso dell’acqua incide: quello turbolento, ad esempio, amplifica la resistenza e l’efficacia dell’esercizio.
4. La temperatura dell’acqua
La temperatura dell’acqua nelle vasche rieducative è generalmente mantenuta intorno ai 33°C, per favorire il rilassamento muscolare e migliorare la circolazione. Il calore ha effetti vasodilatatori, miorilassanti e analgesici: stimola l’ossigenazione dei tessuti e favorisce il recupero muscolare, riducendo la sensazione di dolore.
Gli effetti terapeutici dell’idrochinesiterapia

– sollievo del dolore e dello spasmo muscolare: la temperatura dell’acqua induce la distensione del muscolo; tutte le articolazioni vengono mantenute calde durante lo svolgimento della seduta.
– rilassamento: grazie alla spinta idrostatica, che controbilancia l’effetto della gravità e dona una sensazione di leggerezza al paziente; come abbiamo detto prima in acqua il corpo non risente delle pressioni che in ambiente terrestre sono causate dall’appoggio di una parte del corpo su qualsiasi tipo di superficie.
– miglioramento o mantenimento della mobilità articolare: il paziente riesce a muoversi con maggiore facilità ed è in grado di eseguire movimenti con maggiore ampiezza articolare.
– rieducazione e trofismo muscolare: con l’acquisizione di una maggiore forza muscolare, gli esercizi possono essere intensificati attraverso l’introduzione di attrezzi quali galleggianti o contrappesi, in modo da ottenere la massima reazione dei muscoli in ogni momento della riabilitazione.
– miglioramento della circolazione: aumenta l’afflusso di sangue, i muscoli si riscaldano e si contraggono più facilmente.
– benefici psicologici: maggiore fiducia nella possibilità di raggiungere un buon grado di indipendenza funzionale.
– cambiamento di stile di vita: molti pazienti provano un tale giovamento dalla pratica dell’idrokinesiterapia da essere stimolati a continuare l’esercizio motorio in acqua aderendo ad altre tipologie di attività acquatica (nuoto, idrobike, acquagym) e diventando così più attive rispetto a quanto non fossero prima.
– precoce recupero della coordinazione: la riduzione delle afferenze propriocettive costringe il soggetto ad eseguire i movimenti con maggiore attenzione.
I benefici nel paziente neurologico
L’idrokinesiterapia si è dimostrata particolarmente efficace nel trattamento di diverse patologie neurologiche, offrendo risultati significativi nei percorsi di riabilitazione. Tra le condizioni che beneficiano maggiormente di questo approccio troviamo:
Malattia di Parkinson
Emiplegie
Paraplegie
Esiti di ictus
Lesioni del sistema nervoso periferico
Paralisi cerebrale infantile (P.C.I.)
Sclerosi multipla
In queste e in altre condizioni neurologiche, l’ambiente acquatico favorisce la riduzione della spasticità e dell’ipertono muscolare, migliora la coordinazione respiratoria e sostiene il recupero del controllo motorio. Inoltre, l’acqua stimola la propriocezione, contribuendo a rafforzare la percezione del corpo e a migliorare l’integrazione sensomotoria, elementi fondamentali nel processo riabilitativo.
Gli obiettivi della riabilitazione neurologica in acqua
Gli obiettivi principali di questo approccio includono:
Stimolare la consapevolezza corporea
L’acqua, grazie alla sua tridimensionalità e all’assenza di impatto tipica della terapia a secco, favorisce una migliore percezione del proprio corpo, riducendo ansia e stress legati all’esercizio.Ridurre la spasticità e l’ipertono
L’azione di galleggiamento contrasta la forza di gravità, diminuendo la resistenza al movimento e contribuendo a prevenire o attenuare contratture muscolari.Migliorare la coordinazione respiratoria
Gli esercizi in acqua rafforzano la muscolatura respiratoria, in particolare il diaframma e i muscoli intercostali, favorendo un ritmo respiratorio più regolare e funzionale.Riorganizzare lo schema corporeo
L’ambiente acquatico facilita il recupero della rappresentazione del corpo, aiutando a compensare alterazioni come la sindrome da neglect.Riscoprire lo spazio e la relazione con l’ambiente
In acqua è possibile sperimentare la verticalità, la stazione eretta, l’interazione con gli oggetti e la dimensione sociale, elementi fondamentali per il reinserimento nella quotidianità.Stimolare il controllo propriocettivo
Attraverso esercizi con oggetti a diversa densità, l’acqua stimola l’adattamento posturale e l’equilibrio, migliorando il controllo neuromotorio.Favorire l’esecuzione e la qualità del movimento
La parziale assenza di gravità rallenta i movimenti e li rende più fluidi e controllati, permettendo ai pazienti di eseguire gesti altrimenti impossibili sulla terraferma.
A cura di:
Elisa Bianchetti
- Riabilitazione neurologica
- Rieducazione funzionale globale
- idrokinesiterapia
