Jun 30, 2020

Recuperare la deambulazione dopo un ictus: percorsi e prospettive

La perdita della capacità di camminare è una delle conseguenze più gravi per i pazienti colpiti da Ictus, il recupero della deambulazione è uno degli obiettivi principali della riabilitazione.

La capacità di camminare su due gambe consente all’uomo di entrare in relazione con l’ambiente che lo circonda e ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo di abilità che altrimenti non sarebbe stato possibile sviluppare.

Inizialmente si pensava che il sistema nervoso una volta sviluppatosi completamente fosse stabile e immutabile, studi successivi hanno dimostrato che, in seguito ad una lesione ictale, il recupero delle funzioni motorie e cognitive compromesse è possibile e avviene grazie alla riorganizzazione delle aree cerebrali che si trovano vicino all’area lesa. Il nostro cervello è dotato di “Neuroplasticità” cioè la capacità di attivare e modificare aree cerebrali grazie alla formazione di nuove connessioni nervose che non erano presenti prima dell’evento ischemico.

Donna che aiuta paziente in carrozzina

Il ruolo della riabilitazione neurologica dopo un evento ischemico?

Il compito del fisioterapista è quello di “guidare” la neuroplasticità utilizzando metodiche e stimoli che aiutino il paziente nel recupero delle funzioni indispensabili per svolgere i compiti della vita quotidiana ed evitando che si creino compensi articolari e muscolari sbagliati e non funzionali.

Nella prima fase acuta dopo l’ictus, che inizia dalle prime ore e dura per due tre giorni, avviene uno shock che consiste in un processo infiammatorio con edema e inibizione totale delle funzioni della zona colpita, questo avviene perché il cervello protegge l’area colpita dall’ictus. Già dopo le prime ore dall’evento iniziano i processi riparativi che sono gli stessi processi che avvengono nel normale apprendimento motorio.

Il cervello impara dalla ripetizione ciò significa che ripetere nel tempo un esercizio pratico e funzionale (Task- specifico) porta a miglioramenti a lungo termine!

La proprietà fondamentale della neuroplasticità è proprio quella di imparare dall’esperienza e di adattarsi ai cambiamenti ambientali ed è alla base dell’apprendimento motorio sia fisiologico che post lesione.

Questi pazienti necessitano di riabilitazione in diversi ambiti che sono sia fisici, motori che cognitivi e quindi necessitano di interventi mirati e di equipe.

Gli obiettivi della neuroriabilitazione

La neuroriabilitazione ha come obiettivi il recupero, il mantenimento e l’ottimizzazione delle funzioni del paziente al fine di recuperare e ottenere la migliore autonomia possibile. Proprio per questi motivi il cammino è un elemento fondamentale del recupero ed è altrettanto fondamentale cercare di renderlo fluido, sicuro e coretto.

Il cammino fisiologico è dato da diversi movimenti che richiedono l’attività coordinata di diversi sistemi del corpo quali:

  • Muscoli
  • Sensi
  • Vista
  • Vestibolare
  • Uditivo

 

Il controllo del tronco è uno degli elementi principali della deambulazione, dipende da molti fattori quali sede ed entità della lesione, capacità fisiologiche del paziente ecc… Ed è dato dalla comunicazione tra il sistema nervoso centrale e la periferia.

E’ necessario analizzare e valutare ogni singola articolazione e l’interazione che questa ha sulle altre, il compito del  fisioterapista è quello di valutare e trattare nel modo corretto i deficit della deambulazione.

Un paziente emiparetico ha una camminata più lenta, meno coordinata, con lunghezze del passo sbagliate e soprattutto consuma molta più energia rispetto ad un cammino fisiologico.

Due delle anomalie che si manifestano più frequentemente nel cammino sono il Varismo (gambe a parentesi) e l’Equinismo (difetto del piede che durante il cammino tende a girarsi verso l’interno con la conseguente perdita di equilibrio), si presentano proprio a causa di alterazioni nella conduzione delle informazioni tra il cervello e la periferia.

Un altro importante fattore che influenza il cammino è la perdita della capacità di dorsi-flessione della caviglia, cioè la perdita della capacità di sollevare la punta del piede verso l’alto, questo movimento è fondamentale durante la fase in cui la gamba si porta in avanti per fare il passo e, nel cammino fisiologico, la prima parte del piede che appoggia al suolo è il tallone proprio grazie al movimento di dorsi-flessione che compie la caviglia. Nel paziente neurologico questa funzione è spesso compromessa e di conseguenza, durante il passo, si trova a strisciare il piede a terra oppure ad “allargare” la gamba verso l’esterno per compensare questo deficit.

Questi ed altri deficit provocati dall’evento di ictus possono e devono essere trattati in modo precoce e corretto attraverso la riabilitazione, il percorso riabilitativo inizia già dopo i primi giorni  di ricovero e continua successivamente in centri specializzati e a domicilio.

I progressi che si possono ottenere, grazie all’inizio tempestivo e al percorso continuativo di riabilitazione, sono innumerevoli e determinanti per migliorare la qualità di vita del paziente e dei famigliari che gli sono accanto.

A cura di:

Elisa Bianchetti

  • Riabilitazione neurologica
  • Rieducazione funzionale globale
  • idrokinesiterapia
Fotografia professionale di Bianchetti Elisa con divisa blu di Polo Saute Versilia