La spalla è un’articolazione molto complessa ed è la più mobile del nostro corpo, essa infatti si può muovere su tutti e 3 i piani spaziali. Questa sua caratteristica oltre a essere il suo punto forte purtroppo è anche il suo punto debole: è proprio per questa grande mobilità che la sua stabilità può essere minata facilmente da patologie e traumi come lussazioni o strappi.
La famosa cuffia dei rotatori viene chiamata così proprio perchè avvolge in maniera quasi totale la testa dell’omero formando un manicotto fibro-tendineo che centra e comprime al meglio questo distretto osseo all’interno della fossa glenoidea della scapola.
I tendini che formano la cuffia originano tutti da più parti della scapola e sono:
- sovraspinato: inserito superiormente
- sottospinato (o infraspinato): situato posteriormente
- sottoscapolare: posto anteriormente
- piccolo rotondo: inserito posteriormente
Quando l’ortopedico parla di lesioni alla cuffia dei rotatori intende lacerazioni e strappi che coinvolgono il tessuto tendineo che si disinserisce dalla superficie della testa omerale. La causa più frequente è rappresentata dalla graduale degenerazione cronica dei tessuti dovuta semplicemente al passare degli anni; altri motivi possono essere traumi acuti come lussazioni o contusioni.
Solitamente il tendine che si deteriora con più frequenza è il sovraspinato e quando la lesione coinvolge più di due tendini la si definisce come massiva.
COME SI SVOLGE L’INTERVENTO ALLA CUFFIA DEI ROTATORI?
La via di trattamento chirurgica viene scelta dall’ortopedico e dal fisioterapista dopo un’accurata valutazione e quando tutte le possibilità di intervenire incruentemente sono state tentate e scartate: nella maggior parte dei casi il trattamento conservativo può bastare a risolvere il problema.
A seconda della tua età e del tipo di lesione il chirurgo opterà per un genere di operazione o per un altro: statisticamente è stato visto che gli interventi più frequenti sono le ricostruzioni in artroscopia. Nella maggior parte dei casi l’ortopedico riparerà le lesioni tendinee della cuffia in anestesia locale con miniviti e suture e farà una pulizia all’interno della tua spalla per ricostituire la normalità articolare.
Altri generi di operazione più rari sono le protesizzazioni, che si suddividono a loro volta in normale o inversa. Queste due modalità vengono opzionate solamente di fronte a delle lesioni massive di cuffia quando una normale riparazione artroscopica non potrebbe essere possibile. In questi casi il movimento funzionale futuro verrà svolto per la maggior parte da muscoli superficiali come il deltoide.
COSA SUCCEDE DOPO QUESTO INTERVENTO ORTOPEDICO ALLA SPALLA?
Rispondiamo subito alla domanda che si sente più spesso durante una valutazione fisioterapica: “Quando potrò tornare a fare quello che facevo prima?”.
DIPENDE!
Indicativamente dopo 3-4 mesi il paziente medio torna a essere indipendente in quasi tutti i compiti e le azioni della propria vita quotidiana. Ogni persona però è fatta in modo diverso, per cui ogni riabilitazione sarà specifica e unica nei tempi e modi di recupero!
Per proteggere la tua spalla nel periodo subito dopo l’intervento l’ortopedico ordinerà l’utilizzo di un tutore che serve per tenere l’articolazione più rilassata possibile e a riposo perchè non è ancora in grado di tollerare grossi sforzi attivi. Normalmente questo viene tenuto per 4 settimane e può essere tolto per lavarsi, vestirsi e fare le terapie.
Lo svezzamento sarà graduale e sempre dopo il consenso dell’ortopedico: inizierai con poche ore durante l’arco della giornata e progressivamente arriverai a non tenerlo più durante il giorno. La notte sarà l’ultimo momento in cui lo toglierai.
La riabilitazione comincia appena metti piede fuori dalla sala operatoria.
Solitamente l’ortopedico consiglia subito l’utilizzo a domicilio di un macchinario che ti aiuterà precocemente a mobilizzare la tua spalla in maniera passiva. Questo serve per evitare fenomeni di rigidità articolare dovuti alla troppa immobilità post-intervento, il tutto verrà svolto rispettando i tempi di guarigione fisiologici dei tessuti restaurati.

Nel frattempo potrai subito cominciare a lavorare attivamente sulla tua spalla con l’assistenza di un fisioterapista preparato. All’inizio svolgerai esercizi con l’obiettivo di aumentare la mobilità articolare, nel frattempo comincerai anche a svolgere qualche esercizio attivo-assistito.
Ovviamente nella fase iniziale l’aiuto del fisioterapista sarà fondamentale e indispensabile, il fine ultimo però deve essere di renderti il più indipendente possibile cercando di prescriverti degli esercizi da svolgere a domicilio in auto gestione di modo tale da non creare una dipendenza da fisioterapista.
Quindi, se ti stavi chiedendo se potrai fare esercizi da solo, la risposta è DEVI!
Se per una persona normale i tempi di recupero si aggirano mediamente intorno ai 3-4 mesi, per uno sportivo i tempi naturalmente si allungano fino ad arrivare anche a 5-6 mesi prima di performare ai livelli precedenti l’infortunio. A seconda del tipo di sport sarà richiesto un trattamento particolare supplementare per recuperare il gesto specifico dell’atleta. Ovviamente la riabilitazione di un pallavolista sarà differente rispetto a un tennista.
L’inserimento nel campo d’allenamento sarà poi accordato con l’ortopedico e l’allenatore o preparatore atletico dopo un’accurata rivalutazione in modo da poter riprendere l’attività gradualmente senza correre rischi inutili di ricadute per aver anticipato i tempi.
Questa non è altro che una descrizione riassuntiva di quello che ti aspetta se ti devi operare alla cuffia dei rotatori. Se hai qualche dubbio o hai piacere di approfondire nei particolari l’argomento ti invito a prendere un appuntamento con un fisioterapista specializzato in questo genere di patologie di spalla che risponderà in maniera esaustiva ad ogni tua domanda.
A cura di:
ANDREA BIANUCCI, FT, OMT
- Specialista in terapia manuale ortopedica
- Fisioterapista delle patologie di spalla nello sportivo “overhead”
- Specialista nella riabilitazione del cestista, pallavolista e arti marziali
- Specialista nel trattamento dei Trigger Point Miofasciali
